Gli studi psicologici sui giocatori di Scacchi svelano cose davvero sconcertanti. In pratica, anticipando il testo scientifico e riducendolo all'osso, il giocatore di Scacchi altri non sarebbe che un finocchio aggressivo e sado-masochista! ...E vi giuro che non è uno scherzo!!
Ecco un brano tratto dall'Opera di Rueben Fine, grande scacchista degli anni '40 e famoso psicologo:
Nella letteratura psicoanalitica, la trattazione classica sugli scacchi è quella di
Ernest Jones intitolata "The Problem of Paul Morphy", letta alla British
Psychoanalitical Society nel 1930 e pubblicata nel 1931.
... Per quanto riguarda invece la questione più generale della psicologia degli scacchi, Jones stabilisce i seguenti punti: gli scacchi sono, come è evidente, un gioco sostitutivo dell’arte della guerra; il movente
inconscio che spinge all’azione i giocatori non è semplicemente il gusto per l’agonismo, che è caratteristica comune a tutti i giochi competitivi, ma quello più oscuro dell’uccisione del padre. Inoltre, l’aspetto matematico proprio di questo gioco dà ad esso una peculiare coloritura sado-anale. Il senso di predominanza provato da uno dei due giocatori trova il suo corrispondente in quello di impotenza totale provato dall’altro. È proprio questa qualità sado-anale che lo rende così idoneo a gratificare contemporaneamente sia gli aspetti omosessuali sia quelli antagonistici, propri della contesa tra padre e figlio. Gli altri saggi in proposito, come quelli di Karpman, Coriat, Menninger, e Fleming, non aggiungono molto di sostanziale alla tesi di Jones. Tutti concordano nel sostenere che negli scacchi si sublima una mescolanza di impulsi omosessuali e aggressivi.
Da domani, abbandono la scacchiera ed inizio con la Briscola!
Carotino.
Ecco il Link al libro di Fine:
Il giocatore di Scacchi
Utente: ghiceda
29/07/2010, 10:08:49