Imagination dead imagine

» Personaggi - Inserito da MaN il 23/05/2009, 16:55:22

Imagination dead imagine
(Immaginazione morta immagina di T.Beckett poeta e appassionato scacchista)


Gli scacchi, come li conosciamo oggi, sono morti ?
Dopo aver letto "Re in fuga. La leggenda di Bobby Fischer" di Vittorio Giacopini, mi sono posto questa domanda. Bobby Fischer asserisce di si.

Tratto dal capitolo "Ok computer":
"...Non gioco più, i vecchi scacchi sono ormai morti, cosa finita." ebbe a dire Fischer in risposta al Gran Maestro Nigel Short che sosteneva che il campione statunitense lo avesse sfidato e battuto in varie partite online. Niente di più falso come chiaramente si può dedurre dalla risposta di Fischer.

Fischer è alla estenuante ricerca del modo di ridare vita agli scacchi. Per lui gli scacchi sono la vita e non accetta che essi vengano codificati, imprigionati, schematizzati, come del resto, immagino, noi non accetteremmo la stessa cosa per le nostre vite:
"...Una tradizione ormai troppo pesante, sovraccarica, miliardi di libri e manuali, programmi per computer sempre più potenti e avanzati, hanno ucciso il gioco una volta per tutte, senza scampo. L'uomo è antiquato, la fantasia non ha voce in capitolo. La tecnica sta finendo tristemente per dare ragione al vecchio Poe. Ora che i computer e manuali hanno predigerito l'intera gamma di aperture e ogni partita può essere ottusamente da quelle scarne mosse inaugurali, gli scacchi rischiano di rivelarsi un vacuo meccanismo molto più stupido di tanti altri giochi qualsiasi, meno nobili."

e ancora:
"...Quando Poe aveva esaltato la dama contro gli scacchi indulgeva nel paradosso, esagerava. Ma, oltre un secolo dopo, lo sviluppo dell'informatica ha trasformato quell'amara boutade in una diagnosi seria, convincente. Al giocatore di dama, diceva Poe, serve una grossa dose d'ingegno, di fantasia; il giocatore di scacchi, invece, può accontentarsi di una straordinaria capacità di calcolo."

"...grazie a marchingegni elettronici e altri impicci, la teoria delle aperture aveva avuto un perfezionamento senza precedenti e ogni partita, adesso, era solo una blanda recita a soggetto. Un campione, adesso, poteva limitarsi ad essere un genio della memoria e poco altro."

Per questo motivo che Fischer, nel '96 in Brasile, presenta gli scacchi 960 o Fischer Random Chess. Un'idea geniale che avrebbe eliminato completamente la teoria delle aperture. Un sistema che avrebbe permesso di far risaltare il ragionamento, il colpo di genio, la fantasia sulla mera capacità mnemonica. L'idea consisteva nel posizionare i pezzi in modo diverso dalla solita disposizione torre, cavallo, alfiere, regina e re. I pedoni rimangono nella loro posizione classica, mentre gli altri pezzi possono essere disposti a caso, con l'unica accortezza di fare in modo che il re rimanga tra le due torri. In questo modo si ottengono 960 combinazioni diverse.

"...per cui non esistono aperture codificate o sviluppi già analizzati e calcolabili. Dal disordine rinasce un principio d'ordine, speranza; l'entropia scompagina un orizzonte bloccato e lo guarisce."

Questa geniale idea apre il giocatore ad un territorio nuovo ed inesplorato. Sempre diverso, dinamico. Nuove esperienze, nuove idee. Il vecchio viene sostituito dal nuovo. Questo è quello che in teoria dovrebbe accadere, ma che però sembra infrangersi contro un muro. Un muro sordo a qualunque tentativo di cambiamento. E la storia, come la natura, ha sempre dimostrato che ciò che non è in grado di mutare, evolversi, cambiare è destinato all'oblio. E' destinato ad estinguersi, scomparire. Involversi anziché evolversi. Ed è per questo motivo che Fischer abbandona gli scacchi per sempre.

Nell'articolo "18.Ch1!!: la mossa più forte del mondo" di Bini, incontriamo questo passaggio:
"...Ma quel che veramente sorprende è che nessuno dei più forti motori di gioco sia in grado di trovarla; si potrebbe dunque affermare che quando un giocatore artificiale sarà in grado di giocare mosse come 18.Ch1, spiegandone i motivi, si potrà dire che sarà nata una "macchina intelligente."

Ed è proprio questo il punto. Questo voleva dire Fischer. Una macchina non potrà mai cogliere la genialità dell'essere umano. Gli scacchi stanno diventando quasi esclusivamente un esercizio mnemonico con il serio rischio di non vedere più mosse di questo tipo o di non saperle riconoscere o, anche se riconosciute, di non avere il coraggio di effettuarle perchè fuori dagli schemi canonici di gioco. Perciò bisogna cercare di riportare questo gioco al suo splendore, alla sua vera bellezza. Il ragionamento.

Una piccola nota a margine:
Bobby Fischer e Boris Spasskij, due icone degli scacchi. Due giganti. Gli unici due che hanno portato questo gioco a dei livelli di notorietà mai raggiunti ancora oggi. All'età di nove anni potei seguire il famoso incontro in mondovisione. Degli scacchi all'epoca capivo poco per non dire nulla, ma avevo percepito l'intensità della sfida psicologica, mentale, quasi brutale di questi due campioni. All'epoca Bobby era il bene e Boris il male. Per poi scoprire che in realtà entrambi giocavano per loro stessi anche se rappresentavano, in modo forzoso, due super potenze antagoniste. Le due super potenze assolute. In realtà erano per li per loro stessi. Era una sfida privata diventata pubblica dalla propaganda di entrambe le fazioni. Fischer, un uomo senza filtro. Pronto a dire sempre ciò che pensava senza peli sulla lingua. Lucido, intelligente sopra le righe se non a volte esagerato. Ma libero. E alla libertà ci teneva tantissimo. Spasskij, altro genio scomodo per la nomenclatura russa sia politica che scacchistica (spesso le due cose erano legate a filo doppio). Assolutamente pigro. Impermeabile a qualunque tentativo di coinvolgerlo in qualche allenamento, studio o quant'altro. Sempre pronto alla battuta, allo scherzo. Ad esternazioni imbarazzanti per la politica russa. A godersi la vita, anche se all'epoca veniva dipinto come il nemico del mondo occidentale. Entrambi giocavano ed improvvisavano. Cercavano sempre il colpo di genio senza badare troppo a schemi o impostazioni di gioco rigide. Bene, questi due campioni, che segnano a mio avviso la fine di un'epoca scacchistica fantastica, sono sempre rimasti e rimarranno nel mio cuore.
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Commenti

  1. Utente: MaN

    23/05/2009, 17:07:16

    Bellissimo direi !!! :)))
  2. Utente: Carotino

    19/11/2012, 13:09:36

    Direi proprio di si! Ed anche coinvolgente. Complimenti!
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