Errori e geometrie.

» Allenamento - Inserito da Carotino il 23/05/2013, 09:20:16

Il nostro cervello è "un computer" dalle capacità di calcolo molto limitato. Se ad esempio i motori scacchistici riescono a calcolare con precisione decine di mosse in avanti, gli esseri umani perdono rapidamente precisione quando si superano le tre, cinque mosse. Questo processo è inoltre molto stancante.
La nostra particolarità è quella di costruirci delle regole, dei modelli mentali che ci permettono di ovviare a tale lacuna eseguendo delle "speculazioni mentali". Questo ci apre da un lato possibilità immense, ma dall'altro ci porta anche ad una certa imprecisione e ci porta ad un argomento molto sentito dagli scacchisti: il magnifico regno delle sviste.
La mente umana, inoltre, non è in grado di mantenere un atteggiamento freddo e neutrale mentre pensa e calcola le mosse. Entrano in gioco numerosi altri fattori come l'esperienza, la forma mentis, lo stato fisico, le emozioni, la psicologia...
Si sono formulate molte teorie al riguardo delle sviste ed alcune danno delle risposte abbastanza chiare ed esaurienti, ma pochissimi hanno affrontato il problema legato alle geometrie dei pezzi. Vediamo di capire meglio quest'interessante ipotesi.

Negli scacchi ci sono delle mosse che sono istintivamente più difficili da individuare per un essere umano, rispetto ad altre. Chi ha fatto qualche corso ai bambini si sarà accorto ad esempio che il pezzo più facile da imparare è la Torre. I suoi movimenti sono semplici, lineari e naturali rispetto a quelli del Cavallo il cui particolare movimento ad L e il "saltare" sopra gli altri pezzi, senza mangiarli, è chiaramente più complicato da assimilare.
Anche nei movimenti della Torre però il movimento più naturale è quello in avanti, mentre quelli orizzontali e all'indietro sono istintivamente più difficili. Ad alcuni sembrerà impossibile, ma una ricerca statistica ha dimostrato che anche i GM più forti hanno più difficoltà a trovare le mosse di Torre che implicano movimenti orizzontali o all'indietro ed è proprio in quei casi che commettono più facilmente i loro rari errori.
Perchè questa difficoltà istintiva a trovare movimenti diversi dall'avanzare? A dire il vero non ho trovato teorie scientifiche al riguardo, forse è legato al nostro movimento più istintivo: il camminare. Raramente noi uomini camminiamo all'indietro e quasi mai di lato, se non per brevissimi tratti e solo in particolari situazioni. Inoltre in questi movimenti siamo estremamente goffi.
Entrando nello specifico degli scacchi, noi impariamo a muovere i pezzi verso il centro (in avanti) e a guadagnare spazio (in avanti) o ad attaccare (sempre in avanti). Il "dover tornare" indietro è sempre visto con una connotazione negativa, una ritirata è sempre vista come un fallimento e molti giocatori dal carattere volitivo spesso rifiutano di "tornare indietro" per principio, anche quando si rendono conto che sarebbe oggettivamente la cosa migliore.

Un esempio caratteristico di come anche i giocatori più forti e di lunga esperienza soffrano il "Problema Geometrico" lo si può vedere in questa posizione, tratta dalla partita "Ivanchuck-Svidler. Najing, 2008":

abcdefgh
8
8
7
7
6
6
5
5
4
4
3
3
2
2
1
1
abcdefgh
Fen: 3r2k1/5pp1/3Pn2r/1B2Q3/p4Pb1/3R2N1/PP3P1q/4RK2 b - - 0 1

Il Bianco ha due pedoni di vantaggio ma è in un mare di guai! Il suo Re è circondato dai pezzi nemici e sembra avere ben poche chances di salvare la pelle. La casa e2 è controllata dall'Alfiere nemico e le sue truppe, disperse disordinatamente su tutta la scacchiera, sembrano poter fare ben poco per aiutare il loro monarca in pericolo.
L'unico pezzo che evita il matto è il Cg3 e questo dovrebbe aiutare il Nero ad orientare i suoi tentativi di vittoria ma questi, avendo solo 8 minuti a disposizione, ha preferito non rischiare dando il perpetuo con:

34... Dh3?? 35.Rg1 Dh2+ 36.Rf1 Dh3+ 37.Rg1 Dh2+ Patta.

Proprio la carenza di tempo (anche se comunque 8 minuti non sono poi così pochi!) ha evidenziato Problema Geometrico in quanto la continuazione vittoriosa implicava di trovare una mossa ORIZZONTALE.

34... Th5! 35.De4 (se Cxh5 segue il matto in h1) 35... Txb5, guadagnando un pezzo netto e restando in posizione nettamente migliore.

Estremamente difficili da vedere sono anche le mosse che implicano più movimenti dello stesso pezzo (iniziando quasi sempre con una ritirata!) per posizionarlo nella casa più efficace. Famosa al riguardo la Korchnoj-Fischer che costituisce un esempio opposto al precedente, ossia di come un fuoriclasse riesca a trovare istintivamente (la partita è stata giocata in un torneo blitz!) le geometrie che sfuggono ai comuni mortali:

abcdefgh
8
8
7
7
6
6
5
5
4
4
3
3
2
2
1
1
abcdefgh
Fen: r1bq2k1/p5bp/3p1nnr/P1pPp3/2P1Pp2/1NN2R1P/4B1P1/1R1QB1K1 b - - 0 1

Qui il grande Bobby giocò iniziò una manovra devastante la cui prima mossa fu l'apparentemente assurda 1.Ch8!! e dopo: Ch8-f7-g5 il Cavallo effettuò un sacrificio demolitore in h3 costringendo il Bianco all'abbandono.
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Commenti

  1. Utente: Ghell

    24/05/2013, 11:52:59

    Come sempre, chiaro ed efficace.
    Bravo.
  2. Utente: eclex

    20/11/2019, 20:45:36

    Splendido articolo. Bravissimo.
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