La formidabile attualità del pensiero scacchistico di Serafino Dubòis.

» Allenamento - Inserito da Carotino il 11/02/2010, 23:16:17

Serafino Dubòis fu uno straordinario scacchista italiano del XIX secolo. Pressochè sconosciuto in patria, a causa di un vergognoso boicottaggio dell'establischment scacchistico di allora, fu a lungo uno dei più forti giocatori del mondo. Dal marzo del 1856 all'agosto del 1858, fu addirittura il più forte giocatore mondiale, come appurato da Chess Metrics, con un punteggio di 2642 punti ELO che per quei tempi era altissimo (per chi volesse saperne di più sulla sua vita, consiglio il libro "Serafino Dubòis, il professionista" ed il mio articolo sul sito "Taioscacchi": http://digilander.libero.it/taioscacchi/storia/dubois.html.
Il boicottaggio che questo straordinario giocatore ha dovuto subire è stato così TOTALE e sistematico che, oltre a morire dimenticato ed in miseria, il suo nome è stato cancellato da qualsiasi pubblicazione scacchistica e l'unica sua foto esistente è stata ricavata dal necrologio (di pessima qualità)... Difatti in Italia sono pochi a conoscerlo e solamente in questi ultimi tempi qualcuno sta cercando di riportarlo alla luce. Personalmente, prima di effettuare queste ricerche, lo ritenevo un giocatore romantico francese di second'ordine!!

In questi giorni sono riuscito a scaricare una copia di un suo bellissimo libro sulle aperture, "Le principali aperture del giuoco di Scacchi", e vi ho trovato una strordinaria profondità ed un'attualità di idee soprendente. Nel capitolo dedicato alle "aperture irregolari", com'erano chiamate allora quelle diverse da 1.e4 o 1.d4, espone le sue idee su tali impianti, nonchè molte varianti e devo ammettere che sono rimasto letteralmente a bocca aperta... Ad esempio egli riteneva la Difesa Siciliana non solo corretta, ma come una delle difese più promettenti per il Nero, contrariamente alle idee teoriche dell'epoca (ricordiamoci che siamo in pieno Romanticismo scacchistico!) e presenta delle varianti ("ricavate dalle idee del Paulsen, ma adattate in base alla mia esperienza più che trentennale del giuoco"...) di un'attualità ed una modernità sconcertanti! Egli era inoltre un convinto sostenitore dei fianchetti, giocati sia con il Bianco che con il Nero e quindi della validità sia della "Difesa del fianchetto di Donna" (oggi conosciuta come Difesa Owen), sia della "Difesa del fianchetto di Re" (Oggi conosciuta come Difesa Moderna). Le numerose varianti e partite che illustra, nonchè i suoi commenti!, sono anch'essi estremamente interessanti ed attuali.
Egli era anche un convinto assertore della validità della Difesa Francese, dell'Apertura Inglese e di altre aperture "moderne" come 1.Cf3 ed 1.g3, in completo disaccordo con le idee teoriche del tempo. Nel giustificare questo suo atteggiamento, Dubòis fece un'osservazione molto acuta e "pragmatica":
«... Il generalizzare con giudizi astratti, il voler tutto ridurre a sistema, va fatto con grande cautela nel nostro giuoco giacchè spesso la pratica dei grandi giuocatori non corrisponde affatto a questi princìpi emessi a priori. Altro è quando, analizzato per tutti i versi un impianto, tu ne cavi un princìpio sintetico; ma qui e generalmente nelle aperture "strette" o "chiuse", gli studi fatti sinora sono ben poca cosa! Ed io, più mi addentro in giuochi di tal fatta, tanto più mi convinco essere dessi sicurissimi e, ove siano correttamente seguiti, conducenti perlomeno all'ugualianza.»
Una frecciata velenosa contro i teorici non sostenuti da un'adeguata forza di gioco e che risulta più che azzeccata anche ai nostri giorni! Ricordo nuovamente che il libro è stato pubblicato nel 1869...

Più avanti, nel sostenere la validità dell'Apertura Inglese (1.c4) afferma: «... Ho già affermato in precedenza il mio convincimento che il Siciliano è la miglior risposta del Nero contro 1.e4, e allora come non sarebbe ugualmente buona la stessa mossa fatta un tratto prima? Tuttavia abbiamo assai più che questo argomento per provarne la sicurezza, come vedremo qui a presso nelle varianti.»

In definitiva il buon Serafino era non solo un giocatore fortissimo, ma anche un profondo teorico senza idee preconcette che esprimeva idee e principi solamente dopo una profonda verifica pratica ed un attento studio di numerose partite e varianti. L'establischment scacchistico dell'epoca lo ha poi ignobilmente e vilmente "demolito", sia come scacchista che come uomo, così abbiamo perso un occasione unica di avere un capo scuola di prim'ordine e di sviluppare un movimento scacchistico nazionale che avrebbe avuto una storia ben diversa da quella attuale.

Piano piano qualcuno comincia ad interessarsi a questo grande scacchista, come Roberto Messa, ed anche l'Italia Scacchistica gli ha dedicato alcuni articoli. Spero vivamente che la figura di Serafino Dubòis sia rimessa nel posto d'onore che gli spetta e che venga finalmente conosciuto dagli scacchisti italiani... Dopo quasi due secoli di colpevole oblìo, è il minimo che gli dobbiamo!

Carotino.
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Commenti

  1. Pietro94

    12/02/2010, 13:50:40

    Grande Carotino! Un ottimo articolo.
  2. Kodiak

    12/02/2010, 18:42:10

    Grazie per il gustoso articolo: mi dai qualche info in più sul libro?
    Ciao!
  3. Utente: Carotino

    12/02/2010, 19:58:49

    Il libro è edito dalle Messaggerie Scacchistiche e purtroppo (come si lamentava Roberto Messa) è il libro che vende di meno dell'intera collana! Daltronde... Chi era mai questo Dubois? Chi l'ha mai sentito?
    Amare domande...

    Carotino
  4. Utente: myCARtoM

    01/04/2018, 11:46:22

    Un articolo che rileggo con vero piacere.
    L'argomento è sostenuto e completato dall'articolo su "taioscacchi" di cui c'è la traccia con il link indicato.
    Sempre di S. Dubois, ricordo che Carotino aveva scritto "a corredo"un articolo con l'argomento delle "piccole cappellette". Ottimo!
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